Nicola Carrino - Bio

Nasce a Taranto il 15 febbraio 1932. Vive e lavora a Roma.

BIO

 

Nasce a Taranto il 15 febbraio 1932, vive e lavora a Roma. Docente di scultura nelle Accademie di Belle Arti sino al 1992. La sua prima mostra collettiva risale al 1952, mentre la prima mostra personale al 1958. Se dal 1952 si dedica alla ricerca pittorica dal realismo all'informale, dal 1962 al 1967 fa parte del Gruppo 1 di Roma con G. Biggi, N. Frascà, A. Pace, P. Santoro, G. Uncini, svolgendo ricerche razionali plastico-costruttive.

Nel 1969 realizza i Costruttivi Trasformabili, sculture modulari in acciaio e svolge nel tempo interventi di Trasformazione nelle gallerie d’arte e nello spazio urbano. Dal 1967 progetta e realizza sculture in relazione al contesto urbano e al paesaggio e nell’ambito di edifici pubblici.

"Forma" e "spazio" sono le coordinate fondamentali di tutto il suo lavoro che nasce, appunto, dalla necessità della forma di evolversi e di trasformarsi in relazione al luogo di collocazione, anche con la partecipazione di possibili fruitori esterni.

I Costruttivi Trasformabili, infatti, sono le prime sculture di grande impatto volumetrico realizzate in ferro e acciaio tra il ’68 e ’69. Le opere, distribuite nello spazio in un rapporto installativo, partecipano in visione urbanistica alla complessa costruzione dell’urbano diventando a loro volta sculture abitabili.

Le opere di Nicola Carrino, i Costruttivi prima e i Decostruttivi nella più recente definizione, si determinano come sculture di intervento urbano complesso, in rapporto dialettico con i luoghi e il vissuto della città e del paesaggio.

Gli ultimi lavori, Decostruttivi (2005-2006), sono sculture dalle grandi dimensioni e dal grande impatto visivo che ridisegnano la configurazione del luogo attivando una nuova dialettica dello sguardo, della percezione dell’ambiente. Grandi strutture unitarie realizzate con barre tubolari in acciaio inox di mm 200 x 100 composte da telai inframmezzati da diagonali e crociere posti in successione longitudinale o slittati in profondità.

La scelta dell’acciaio nelle opere di Carrino è determinante: le superfici molate a mano del materiale riflettono e rimandano colori e luci, variabilità atmosferica e colori dell’ambiente circostante lasciandosi a loro volta assorbire dal contesto, annullandosi e rigenerandosi a tratti in un processo trasformativo di presenza-assenza che caratterizza l’abitabilità ambientale scultura - architettura.

Le sculture che lo scultore chiama Decostruttivi sono tre:

1.    Decostruttivo Progetto Albornoz (2005), rivolto verso il lato destro della facciata dell’Albornoz Palace Hotel di Spoleto, è costituito da tre quadrati di cm 294 x 294 in tubolare di acciaio inox Aisi 304 di mm 200 x 100 molato a mano, attraversati da una diagonale, formando in un insieme visivo un parallelepipedo di cm 294 x 598 x 152.

2.    Decostruttivo Progetto W. (2005), previsto per uno spazio all’aperto di un’area museale a Roma, sempre costituito da tre rettangoli di m 2 x 4 in tubolare di acciaio inox Aisi 304 di mm 200 x 100.

3.    Decostruttivo Progetto Artehotel 2006, realizzato a Perugia, si colloca nello spazio tra l’architettura dell’hotel e l’area parcheggio, sempre in tubolari di acciaio inox.

Presenta mostre personali nelle gallerie Salone Annunciata di Milano (1970, 1973, 1975), Galerie M. di Bochum (1976), Galleria Marlborough di Roma (1976), Galerie Denise Renè Hans Mayer di Dusserldorf (1977), Galerie Denise Renè di New York (1978), A.A.M. Architettura Arte Moderna di Roma (1996, 1998, 2003), The Mayor Gallery di Londra (2007), Archivio Crispolti di Arte Contemporanea (2008), Neuesmuseum di Norimberga (2008), Arte Studio Invernizzi di Milano (2010), MACRO di Roma (2010), Fondazione Ado Furlan di Pordenone (2011). 

Sue opere sono presenti nelle collezioni della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, della Fondazione Quadriennale e del MACRO di Roma, del Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea di Torino, del Museo d’Arte Moderna di Bolzano, del MUSMA di Matera, del MART di Rovereto, della Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano, della Fondazione Ado Furlan di Spilimbergo e Pordenone, della Sammlung Dierichs della Ruhr>Universitat di Bochum, del Neues Museumfür Moderne Kunst di Norimberga, del Museum Boymans Van Beuningen di Rotterdam, del Museo d’Arte Moderna di Ciudad Bolivar, del Tel Aviv Museum of Art. 

Fra le opere permanenti in spazi urbani realizza il Rilievo di facciata del Complesso Corviale IACP (Roma, 1974), il Riassetto Urbano della Piazza Fontana (Taranto, 1983-1992), il Costruttivo Cubo Albornoz “Casa dell’artista” (Spoleto, 2006-2011). Riceve il Premio per la Scultura all’XI Biennale di San Paolo del Brasile (1971), il Premio di Rappresentanza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alla mostra personale antologica al M.O.D.O. di Orvieto (2010), dedicata all’Accademia Nazionale di San Luca. 

Nel 1993 è nominato Accademico Nazionale di San Luca; nel 2009 Academico Correspondiente dell’Academia National de Bellas Artes di Buenos Aires. Nel biennio 2009-2010 è presidente dell’ Accademia Nazionale di San Luca.